Jeremy Corbyn e il sogno di Ventotene per un’Europa socialista
Traduzione dell’articolo di Hilary Wainwright pubblicato sul Guardian con il titolo “Only Jeremy Corbyn’s Labour can reimagine an EU that works for everyone” (20 agosto 2018). Hilary Wainwright è la co-direttrice di Red Pepper e is co-editor of Red Pepper and direttrice del centro studi New Politics Project del Transnational Institute di Amsterdam.
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Molto tempo prima che l’UE iniziasse ad evolversi nella sua attuale incarnazione, c’era una diversa visione di un’Europa unita. Nel 1941 un gruppo di anti-fascisti comunisti e socialisti furono imprigionati da Mussolini sull’isola di Ventotene. Guidati da Altiero Spinelli, produssero il Manifesto di Ventotene, una strategia per un’Europa socialista unita come “unica via d’uscita dalla condizione comune del continente: la dominazione di Hitler”.
Oggi […], con l’austerità e i mercati guidati dagli interessi aziendali, questa tradizione socialista europea deve essere rilanciata in una forma moderna e pluralista. Ce n’è bisogno per dare risposta al declino dei partiti socialdemocratici di tutta Europa, dove solo i socialisti portoghesi guidati da António Costa e il Labour di Jeremy Corbyn sono stati in grado d’invertire la tendenza.
Mentre Corbyn si oppone al neoliberismo dell’UE attuale, si è impegnato a lavorare per un’“Europa anti-austerità” […]. È un segnale che Corbyn è più europeista di quello che fa passare la stampa, anche se non lo è in maniera convenzionale. Le sue ultime dichiarazioni sull’Europa chiariscono che stare nell’UE non deve necessariamente impedire l’intervento pubblico nell’industria e sottolineano il suo impegno per una regolamentazione sociale europea.
[…] C’è un’alternativa popolare sia alla Brexit della deregolamentazione e del libero mercato che al fare parte di un’UE neoliberista: una nuova relazione fra la Gran Bretagna anti-austerità e l’Europa anti-austerità. Da convinta sostenitrice di Corbyn, lo esorto a lavorare con il governo portoghese e con quello spagnolo, con i movimenti sindacali e i partiti di sinistra del continente, per formulare una strategia comune per un’Europa socialista, sia attraverso l’appartenenza all’UE che attraverso un forte sostegno per i movimenti sociali e sindacali in tutta Europa.
I governi britannici sono stati in prima linea per trasformare l’UE in uno strumento delle politiche di mercato, da quando si sono dissociati dagli elementi chiave della Carta sociale europea di Jacques Delors (definita da Margaret Thatcher “socialismo dalla porta sul retro”), fino al veto di David Cameron sulla tassa per le transazioni finanziarie. La strada per la sinistra non è “bloccare” la Brexit. Sta invece nel lavorare con alleati in tutta Europa, ad esempio sostenendo il nuovo ministro delle finanze tedesco, il socialdemocratico Olaf Scholz, che vuole riproporre la tassa sulle transazioni finanziarie; e appoggiare misure che mettano fine al taglio degli stipendi e dei diritti dei lavoratori […]. Così come il New Labour riuscì a spostare la socialdemocrazia europea a destra, il Labour di Corbyn potrebbe spostarla a sinistra.
Il Labour ha proposto una serie di politiche nazionali per uno sviluppo economico stimolato dal pubblico, politiche che affronterebbero le disuguaglianze che stanno alla base del sostegno per la Brexit nel nord dell’Inghilterra. Perché non estendere questi principi […] su scala europea? La proprietà pubblica delle ferrovie, ad esempio, potrebbe permettere a Corbyn di propugnare un sistema ferroviario europeo che sia integrato, a prezzi ragionevoli e pubblico. […]
Una visione anti-austerità può fornire una cornice per una nuova relazione fra Regno Unito ed Europa. Ovviamente, una nuova relazione deve affrontare il nodo del commercio, ma la domanda è: cosa c’è alla base delle politiche commerciali? La competizione di mercato o il dare risposta ai bisogni sociali, in un contesto in cui il mercato è subordinato a un contesto di proprietà pubblica e cooperativa?
Lo scontro sull’appartenenza all’UE fino ad ora non è riuscito a dare vita a un dibattito costruttivo. Le due parti si sono limitate a urlarsi addosso. Invece, dovremmo puntare a un discorso che generi interesse per questioni pan-Europee, da tempo assente in Gran Bretagna. Il Labour è l’unico che può farcela, visto che fra i propri militanti ed elettori ci sono persone di entrambi gli schieramenti sul tema Brexit.
Questo spirito di dibattito creativo è già evidente nei processi bottom-up che stanno contribuendo alle nuove politiche economiche del Labour. Il primo passo per sviluppare una nuova relazione con l’Europa, dopo aver rimosso i detriti dei piani sulla Brexit falliti di Theresa May, deve includere discussioni e dibattiti in tutto il partito laburista e Momentum e anche fra i suoi alleati della sinistra europea.
[…] La futura relazione della Gran Bretagna con l’Europa dovrebbe venire discussa negli incontri cittadini e di quartiere e in tutta Europa. Per costruire un’Europa per i molti – un’Europa che sia all’altezza della visione di Ventotene – i molti devono essere attivamente coinvolti nella sua creazione.
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Yeremy Corbyn (AP Photo/Armando Franca)