Nel mio personale Pantheon di personaggi a cui cercare di ispirarmi, oltre ai probabilmente ovvi Berlinguer e Di Vittorio, ce ne sono altri probabilmente insospettabili quali Ugo Foscolo, di cui più che le poesie mi affascinava la sfacciata paraculaggine (“quello spirto guerrier ch’entro mi rugge” scriveva nel sonetto “Alla sera” mentre era comodamente seduto nel divano di casa o, molto più verosimilmente, nel letto di una delle sue numerose amanti), ma soprattutto Beppe Viola, giornalista sportivo, autore di testi per canzoni insieme all’inseparabile complice Enzo Iannacci, sceneggiatore e fine umorista. Anzi, un vero e proprio genio dell’umorismo. Del resto se leggi “Sono entrato in RAI dopo aver risposto negativamente alla domanda «Lei è comunista?»”; o ancora: “Accetterei di avere 37,2°C per tutta la vita in cambio della seconda di servizio di Mc Enroe”, che fai? Ti inchini e gli dedichi una standing ovation. Umorismo a volte anche amaro, amarissimo. In una sua celeberrima “Lettera al Direttore”, della sede RAI di Milano, lamentando sospetti impedimenti al suo avanzamento di carriere, conclude scrivendo: “ho quarant’anni, quattro figlie e la sensazione di essere preso per il culo”. Beppe Viola non festeggerà i suoi quarantuno anni, purtroppo. Io, con molti anni più di lui, quella sensazione la sto vivendo adesso.
Dalle mie parti, in Puglia, sta avvenendo qualcosa tra il grottesco e il surreale.
I fatti sono questi. Nel 2020, quindi tra un anno e mezzo, non propriamente domani, ci saranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale e per l’elezione del Presidente della Giunta Regionale (sta storia di chiamarli “Governatori” spero finisca).
Il Presidente in carica, Michele Emiliano, vuole celebrare immediatamente le primarie per l’individuazione del candidato alla Presidenza. Perché tanta fretta? Le imminenti elezioni di Bari e l’eventuale sostegno al candidato del centrosinistra De Caro c’entrano? Allontaniamo i sospetti maliziosi ed evitiamo di citare Giulio Andreotti a proposito del pensar male.
Il problema delle primarie, a tutti i livelli, è che esprimono l’idea di governo dei candidati non dei soggetti politici che dovrebbero sostenerli. Questi, di fatto, sono spettatori muti il cui compito è quello di indirizzare i propri militanti, iscritti o simpatizzanti a sostenere la piattaforma di questo o quel candidato.
Succede che in Puglia l’Associazione “La Giusta Causa”, animata dall’avv. Michele Laforgia (il candidato più votato in assoluto di Liberi e Uguali, che grazie ad una idiota legge elettorale non è in Parlamento), propone una cosa tanto semplice quanto politicamente logica. Sostiene, cioè, che mancando ancora tempo alle elezioni regionali, lo si impieghi per discutere e proporre idee per il governo e il futuro della Regione. Oltre che del Paese. Posto che, ad esempio, convince poco, per non dire affatto, la posizione di Emiliano sul cosiddetto Federalismo differenziato. Non solo, ma anche su sanità pubblica, sul ciclo integrato dei rifiuti, sulle politiche agricole (sia sa quanto l’agricoltura sia importante per l’economia pugliese), sulla gestione e sul proliferare di agenzie regionali, una riflessione andrebbe fatta, fatto un tagliando.
Perplessità su primarie anticipate, del resto, sono state espresse anche da altre forze e movimenti del centrosinistra e da una parte consistente di amministratori e dirigenti dello stesso PD pugliese.
Non credo che ci sia alcuna voglia di rompere, di vaticinare ipotetici terzi poli. C’è chi ha probabilmente questa riserva mentale e, oggettivamente, alcune posizioni sostenute da Sinistra Italiana sono un indizio rivelatore in tal senso. Ma è proprio confrontandosi sui contenuti che ogni alibi può miseramente crollare. Perché quando privilegi le proposte agli uomini che dovranno sostenerle, rappresentarle e interpretarle, le stesse ti stringono in un angolo e i bluff politici emergono per ciò che in realtà sono.
In tutto questo vivace scontro di posizioni, Art. 1 – MDP tace. Quanto meno sui media regionali non è apparso un solo rigo, un solo servizio che chiarisca quel è la loro posizione.
Sono (siamo) per sostenere Emiliano a prescindere? Ritengono (riteniamo) di dover comunque sostenere Emiliano ora e poi discutere del programma? Hanno (abbiamo) perplessità sul sostenerlo alla prossima tornata elettorale? Personalmente non saprei dare una risposta a queste domande. Il dubbio che sia stato poco attento, o addirittura superficiale, nel seguire le vicende politico – amministrative della mia Regione è venuto meno allorquando anche altri compagni mi hanno espresso le stesse perplessità.
Silenzio che deve essere una caratteristica peculiare ultimamente di Art. 1, un brand politico.
Tra poco più di 2 mesi saremo chiamati a votare il rinnovo del Parlamento europeo. Che si fa? Calenda non va bene. Perfetto. La nostra proposta è? Ricostruzione. A parte il fatto che la comunicazione politica dovrebbe essere sempre attenta a non cadere nel ridicolo e se il tuo primo appuntamento lo hai chiamato “Fondamenta”, chiamare il successivo “Ricostruzione” quel limite lo hai obiettivamente superato. Se poi l’appuntamento qualificante sono nuovi tavoli tematici, una Leopolda de noantri, il dubbio di Beppe Viola rischia di diventare una certezza. E anche in questo caso sono le primarie il convitato di pietra. Non è che si aspetta, nel più totale immobilismo, l’esito delle primarie del PD e, valutato il vincitore, muoversi di conseguenza? Costruire ad aprile una proposta politica per maggio la vedo davvero dura.
Ecco, io vorrei solo un po’ più di chiarezza. Se non me la offrono, la cerco. Come Bepìn Viola, non sono tra quelli che credono che Gesù Bambino sia Babbo Natale da piccolo. E il prossimo 23 febbraio alla Fiera del Levante di Bari si sono dati appuntamento quelli che a Babbo Natale non ci credono più.
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Foto in evidenza: Il Palazzo della Giunta Regionale pugliese