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USA, la sinistra socialista sta vincendo la battaglia delle idee

Traduzione dell’articolo di Nathan J. Robinson, pubblicato su Current Affairs con il titolo “Socialists are winning the Battle of ideas” (22 novembre 2017).

Una delle caratteristiche più peculiari della politica contemporanea è la mancanza di volontà dei conservatori di difendere davvero molte delle loro idee e politiche fondanti […]. Basta dare un’occhiata alle principali pubblicazioni di destra per notare una cosa: si parla tanto dell’ipocrisia dei Democratici e della “Crazy Campus Left”, ma si parla poco di conservatorismo. […] Ed è raro che qualcuno voglia venire associato alle politiche del partito Repubblicano […]. Ramesh Ponnuru ha sottolineato come alcune pubblicazioni conservatrici sembrano aver abbandonato completamente l’appoggio al capitalismo.

Non provo alcuna nostalgia per il conservatorismo di William F. Buckley, Allan Bloom e Friedrich von Hayek. Tuttavia, avevano un’ideologia e la difendevano […]. In confronto, le rare volte che Steve Bannon prova a spiegare in cosa crede, è un casino incoerente sul giudeo-cristiano-occidentale-qualcosa, legato a nessuna vera proposta politica. Milo Yiannopoulos non aveva idee “pericolose”. Non aveva idee, punto. Ogni capitolo del suo libro è una variazione di “Perché [gruppo X] mi odia”. Il suo spettacolino consisteva solo nel provocare i liberali, piuttosto che spiegare chiaramente i suoi valori vagamente nazistoidi. […]

Uno dei problemi è che le politiche associate con la destra americana, se presentate onestamente, non sono popolari fra il pubblico americano. La maggioranza delle persone crede che il governo federale debba garantire la copertura sanitaria e una gran parte supporta il sistema universalistico. Sospetto che la gran parte delle persone sarebbe inorridita dalle conseguenze di una sanità completamente in mano al libero mercato, in cui le persone che non possono permettersi di spendere gran parte del loro salario in assicurazioni sanitarie devono affidarsi a GoFundMe (piattaforma di crowdfunding, n.d.R.) o morire. […] Allo stesso modo, la maggioranza delle persone vogliono che vengano aumentate le imposte sui redditi d’impresa, ma poiché il partito Repubblicano non ha altre idee oltre “tagliare le tasse e deregulation”, l’unica cosa che può fare è gridare contro i “social justice warriors” e l’ipocrisia liberale, mentre cerca di far passare una sfilza di “riforme” incredibilmente impopolari.

Al contrario, pezzi della sinistra contemporanea sono vivaci e intellettualmente stimolanti. È davvero un bel momento per essere socialisti, socialdemocratici o progressisti, perché questi sono i gruppi che partoriscono idee serie su come risolvere i problemi sociali. Tale aspetto, però, non risalta come dovrebbe, in parte perché molti membri di spicco del partito Democratico hanno passato gli ultimi due anni a criticare Donald Trump, invece di presentare le loro proposte alternative. E ciò è strano, perché ci sono idee davvero positive. Basta guardare il programma del partito Democratico. Nella campagna di Hillary Clinton non se ne è parlato molto, forse perché è fortemente influenzato da Sanders, ma è davvero degno di nota. Affronta ogni ambito politico e spiega quali sono i problemi e cosa hanno intenzione di fare i Democratici per risolverli. Non è una lista di lamentele sui Repubblicani. […] Grazie alla sinistra del partito Democratico e al successo della campagna di Sanders nell’attirare l’attenzione sui veri problemi che toccano maggiormente la vita delle persone, il programma dei Democratici è una specie di dichiarazione, seria, sulle priorità che un partito dovrebbe avere (Se solo potessimo convincere tutti i Democratici a parlare del programma quanto parlano della Russia…).

C’è un contrasto molto simile nel Regno Unito. Il Labour guidato da Jeremy Corbyn è andato molto bene perché ha adottato una chiara combinazione di valori, visione e strategia. Il momento più importante delle ultime elezioni generali è stata la pubblicazione del manifesto del Labour, ampiamente apprezzato per la sua precisione […] Al contrario, il manifesto dei Tory si è rivelato sin da subito così impopolare che alcune parti sono state abbandonate e il partito non ha alcuna proposta concreta su come intende migliorare le vite dei giovani che si sono riversati in massa verso il Labour di Corbyn.

È un momento incoraggiante per essere un socialista in America. La maggioranza dei millennial sono scettici sul capitalismo e hanno un debole per il socialismo e la socialdemocrazia. Lo stigma legato alla parola “socialismo” si sta dissolvendo. Le ragioni sono ovvie: è difficile non ridere di fronte ai peana su Il Libero Mercato e La Nostra Grande Democrazia Americana, quando il libero mercato risucchia ogni centesimo che guadagnano e la “democrazia rappresentativa” non è davvero rappresentativa o democratica. […] La sinistra appare, dunque, sempre più attraente.

Ciò deriva, in parte, dal fatto che nel nostro campo ci sono parecchie persone che propongono idee. Pubblicazioni indipendenti di sinistra come Jacobin spiegano chiaramente le posizioni della sinistra, come funzionerebbero determinati piani e qual è la strategia per metterli in pratica. Il People’s Policy Project presenta una spiegazione lineare sulle cause delle ingiustizie economiche; riflette approfonditamente su nuove, coraggiose idee su come dare ai lavoratori più voce nella gestione delle aziende per cui lavorano; risponde approfonditamente alle critiche sulla sanità universalistica e poi esamina vari modi per poter implementare certe proposte. Black Lives Matter ha pubblicato un’agenda politica incredibilmente dettagliata e pratica, piena di suggerimenti per riforme reali per affrontare le terribili ingiustizie del sistema giudiziario penale. Idee su cosa fare stanno fiorendo a sinistra: che siano le proposte per un reddito di base, per le imprese gestite dai lavoratori di Richard Wolff, i suggerimenti di Naomi Klein per una resistenza proattiva e incisiva all’agenda Trump, o le idee radicali raccolte da Sarah Leonard e Bhaskar Sunkara (direttore di Jacobin, n.d.R.) ne “Il futuro che vogliamo”.

Sul campo, le cose sono ugualmente incoraggianti. I candidati radicali stanno andando inaspettatamente bene, in modi che sarebbero stati inconcepibili un paio di anni fa. Non è più considerato assurdo pensare che Jeremy Corbyn un giorno sarà primo ministro del Regno Unito, o che Bernie Sanders avrebbe vinto. Le iscrizioni ai Socialisti Democratici d’America (DSA) stanno decollando e i lettori delle pubblicazioni indipendenti di sinistra stanno crescendo. […]

Ovviamente, i conservatori radicali a favore del libero mercato hanno ancora in mano il potere politico a livello nazionale, e nonostante le sue spacconate e la sua inettitudine, Donald Trump sta facendo un ottimo lavoro per distruggere lo Stato regolatore e nominare giudici federali radicalmente di parte. Ma la battaglia delle idee è molto importante: convincere le persone a credere nelle tue politiche è un prerequisito per portare a sostenerti davvero. E stiamo assistendo a sempre più idee di sinistra che diventano “mainstream”. Sempre più dottori supportano la sanità universalistica, che da “fantasia di nicchia” è diventata molto rapidamente una “proposta politica seria”. […]

Non credo a chi afferma che il conservatorismo è in ritirata o che Trump e i Repubblicani sono in crisi e che il 2018 sarà una vittoria facile per i Democratici. Previsioni estremamente ottimistiche hanno avuto conseguenze devastanti lo scorso novembre – e come la sinistra andrà elettoralmente dipenderà da come essa riuscirà a convincere le persone a votare per i suoi candidati. Ma una cosa sembra chiara: sta accadendo qualcosa di strano fra i conservatori. Anche se per certi aspetti sono più radicali che mai, sembra esserci una certa apatia fra i numerosi intellettuali di quella parte politica. Prima della crisi finanziaria, era inconcepibile che Richard Posner finisse per scrivere un libro sui fallimenti del capitalismo. […] Quando Bill Kristol parla del suo socialista interiore e il National Review concede che quasi nessun conservatore appoggia davvero l’economia di libero mercato, significa che il panorama intellettuale sta cambiando. Le controargomentazioni conservatrici alle critiche della sinistra sembrano sempre più fragili e superficiali: […] la tattica d’invocare lo spettro dell’Unione Sovietica non convince quasi nessuno, visto che la maggior parte delle persone è in grado di capire la differenza fra sanità garantita e stalinismo.

Le idee valgono poco, a meno che non si traducano in potere politico. Ma è importante notare i cambiamenti nel panorama ideologico. La destra americana non ha più risposte plausibili alle domande serie che pongono le persone. Quindi non ci prova nemmeno più. […] I socialisti, d’altro canto, stanno attraversando quello che Ross Douthat nel 2014 chiamò un “rinascimento intellettuale in miniatura”. Douthat pensava che la popolarità intellettuale non si sarebbe tradotta in popolarità politica, perché le persone normali non erano così arrabbiate e frustrate come i socialisti pensavano. Il 2016 ha aperto una voragine in quella teoria. La sinistra va bene perché i millennial sono stufi della vita nella “gig economy”. Le giovani donne hanno preferito Bernie Sanders a Hillary Clinton con un’incredibile maggioranza del 37%. Le nostre idee se la cavano bene e, con la destra incapace di offrire alternative, non potranno che crescere ancora.

(Foto di copertina: Bernie Sanders | John Minchillo/AP Photo)

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