Utøya, la vita cambiata dopo la strage, ma non l’impegno politico
Bravehearts (Til Ungdommen), di Kari Anne Moe, è un film del 2012 che racconta la vita di due ragazze, Sana e Johanne, appartenenti, rispettivamente, alla giovanile del partito socialista norvegese e alla giovanile del partito laburista norvegese. Kari Anne Moe, nel film, le segue durante la loro vita di tutti i giorni per raccontare cosa spinge queste ragazze, e tante e tanti come loro, a impegnarsi in politica, a fare la loro piccola parte per fare la differenza nel provare a rendere un posto migliore. Nel luglio 2011, improvvisamente, l’orrore: l’estremista di destra Anders Breivik si reca sull’isola di Utøya e uccide 69 ragazzini della giovanile laburista. Johanne è lì e sopravvive. Il film continua, ma le vite delle ragazze sono cambiate per sempre, e così ne è il racconto. Quello che non cambia, però, è il loro impegno in politica, che dopo questi tragici fatti assume un significato ancora più importante.
Di seguito, la nota di accompagnamento al film della regista, Kari Anne Moe, e in calce il film integrale.
“Quando avevo 15 anni, mi sono iscritta a una giovanile di partito. Era fantastico. C’erano campeggi estivi, raduni, conferenze.
Abbiamo imparato a discutere e a fare campagna elettorale. Ho conosciuto quella favolosa sensazione di quando, per la prima volta, capisci qualcosa da una nuova prospettiva, che sia il femminismo o una teoria economica radicale. E ho imparato a farmi ascoltare, a prendere il microfono e dire la mia. Mi sono resa conto che, nonostante fossi solo un’adolescente, potevo fare la differenza.
Dal momento in cui sono diventata una regista, ho sempre voluto fare un film sui ragazzi che hanno il coraggio di prendere posizione; di fare un film con tutti quei sentimenti brucianti che conosco così bene.
Volevo seguire dei ragazzi attraverso le campagne elettorali, fino a scuola. Dopo aver fatto provini con 135 giovani, ho scelto Sana, che aveva 16 anni, e Johanne, che ne aveva 18. Quando ho iniziato a filmare queste due fantastiche ragazze, non avevo idea di cosa ci aspettasse.
Il 22 luglio del 2011, il mio team per le riprese stava seguendo Johanne, un membro della Gioventù Laburista, sull’isola di Utøya, dove stava partecipando al campeggio estivo del partito. Nel primo pomeriggio, lasciammo Johanne sull’isola e tornammo nel centro di Oslo perché avevamo delle riprese con l’altra protagonista, Sana.
Poco prima che preparassimo la telecamera, Oslo fu scossa da un bomba. Mentre filmavamo Sana e i suoi amici della Lega della Gioventù Socialista, divenne chiaro che la bomba era scoppiata nell’area degli edifici del governo.
In un primo momento, correva voce che fosse responsabilità di al-Qaeda. Sana, che è musulmana, la prese veramente male. Ricordo che parlava di quanto fosse preoccupata che i musulmani venissero incolpati per la cosa. La sua preoccupazione mi fece piangere: ero così triste perché questo dimostra quanto una sedicenne possa soffrire quando certi gruppi diventano capri espiatori per il pubblico.
Più tardi, nel pomeriggio, un uomo armato fece irruzione nel campeggio estivo di Utøya con l’obiettivo di uccidere. Johanne sopravvive, ma è segnata per sempre da questa orribile esperienza di cui parla in maniera molto dettagliata nel film.
Sia Sana che Johanne hanno le loro motivazioni personali per essere attive politicamente, e le loro storie vengono raccontate in interviste molto dirette e filmandole nella loro vita di tutti i giorni: a scuola, a casa, con gli amici.
Ho deciso di rimanere fedele alla storia di Johanne e Sana, a loro coinvolgimento nella politica giovanile, nonostante gli eventi tragici. Ma mentre il loro mondo cambiava, il film cambiava a sua volta. Continuammo a riprendere Sana e Johanne lungo tutto agosto e settembre e durante le campagne per le elezioni scolastiche.
Spero che, focalizzandomi sul loro dolore e sulla loro grande volontà di combattere per i loro diritti e per il loro punto di vista, il film catturi anche una parte essenziale dei sentimenti più profondi e dei pensieri sulle fondamenta della società e della democrazia norvegese. Spero che queste idee vengano fuori attraverso gli occhi di due giovani ragazze norvegesi provenienti da differenti contesti sociali.
Nei Paesi Bassi un giornalista ha scritto che, in un certo senso, questo film fornisce un punto di vista sincero e intimo nelle vite di queste due giovani ragazze, ma che alla fine confluisce in un dibattito più ampio, internazionale. Sono molto felice di leggere ciò, perché penso che la politica sia troppo importante e non possa essere lasciata esclusivamente ai politici di professione che si esibiscono in tv.
Bravehearts è un film su due giovani che vogliono fare la differenza. E adesso, dopo i tragici fatti in Norvegia, in cui sono stati uccisi così tanti ragazzini, sento che è più importante che mai raccontare la loro storia. Sana e Johanne ci mostrano cosa fu colpito quel giorno. E, se tutto va bene, possono ispirare altri ragazzi a farsi sentire e a giocare un ruolo positivo nel rendere il mondo un posto migliore.”
(fonte: Al Jazeera)