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Il centrosinistra, la maggioranza di governo e la conclusione ordinata della legislatura

Fino a che punto i grillini potranno continuare ad abusare della nostra pazienza, facendoci perdere identità politica e voti?“. A chiederselo è Enrico Rossi, un dirigente che le forze di sinistra le ha conosciute e le conosce bene e che, come peraltro il segretario del Pd Zingaretti, tutti i dubbi sul futuro della maggioranza giallorossa li aveva manifestati per tempo. E io credo che con questa domanda le prossime assemblee di Pd e di Articolo 1 i conti dovranno farli sul serio dando risposte adeguate. Magari cominciando proprio dalle cinque “questioni non secondarie” che Rossi elenca e sulle quali con i grillini “non possiamo nè dobbiamo andare d’accordo“.

Provo a riassumerle: Sviluppo, industria e caso Ilva; la riforma della giustizia targata Bonafede; la già approvata riduzione dei parlamentari fine a sè stessa; la lotta all’evasione; la cancellazione dei decreti Salvini sulla sicurezza e la necessaria introduzione dello ius soli. Come si vede questioni non di poco conto. Non a caso, ha osservato ieri Ezio Mauro su “Repubblica” che questa maggioranza, con la sua “reticenza politica patente“, finora ha portato “ad un minimalismo quasi programmatico, un riduzionismo continuo“. Eppure c’è ancora chi come Matteo Renzi, definito brillantemente da Maurol’inquilino del piano di sotto, scaltro e e litigioso“, prova a rendere il clima “ancora più sospettoso e guardingo“. Magari proponendo, come fa oggi , in un’intervista a Repubblica, che la Legislatura vada avanti fino al 2023 anche se non necessariamente con l’attuale presidente del Consiglio. “Del doman non c’è certezza“, chiosa l’ex presidente del Consiglio. Insomma: obiettivo di lungo periodo che però nasconde trabocchetti molto più ravvicinati.

Se questi interrogativi e se queste preoccupazioni sono fondate, e io credo lo siano, allora la prima cosa sarebbe quella di evitare presuntuosi obiettivi in quelli che dovrebbero essere i tempi della Legislatura (“fino all’elezione del prossimo presidente della Repubblica“), cercando, però, che in ogni caso (anche in quello non auspicabile, ma possibile di elezioni anticipate) essa possa avere una conclusione ordinata.
E qui ci sono tre priorità assolute con le quali il Governo in carica e la sua complicata maggioranza debbono cimentarsi da subito. La prima è l’approvazione parlamentare della manovra di bilancio al netto delle bandierine grilline e degli spericolati dispetti dell’inquilino rissoso del piano di sotto. La seconda, ma non in ordine di importanza, è la assoluta necessità di affrontare con la dovuta determinazione e senso dello Stato la drammatica vicenda dell’Ilva di Taranto. La terza, e potrebbe essere la più difficile, è mettere a punto una decente legge elettorale, vista la assoluta inadeguatezza del Rosatellum attualmente in vigore. Vastissimo programma e da realizzare in tempi strettissimi.

Per il resto io credo che non siano da farsi molte illusioni. E che non debbano soprattutto farsene nè il PdArticolo 1. Non credo aiuti il centrosinistra coltivare illusioni. La maggioranza di governo si è mostrata senza una chiara identità, soprattutto per l’inconsistenza politica del capo dei Cinquestelle che sembra stia dilaniando anche i rapporti interni al movimento. E al momento l’unico collante della coalizione appare quello di voler evitare ad ogni costo le elezioni. Perchè, se come ha osservato proprio Renzi, andare al voto “sarebbe un suicidio di massa“, altrettanto se non peggio, potrebbe essere vivacchiare vagando senza una chiara identità politica e stando insieme e al governo, subendo i ricatti di improbabili alleati, solo per evitare di andare al voto anticipato. E allora? Forse il Centrosinistra, ammaestrato dalla lezione dell’Umbria, dovrebbe ripartire, contando soprattutto sulle proprie forze.

Foto in evidenza: Giuramento del Governo Conte bis, Wikipedia

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