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“A mano a mano, una proposta per i molti”

Questa mattina, entrando all’hotel Ergife ho avuto un’apparente brutta sensazione, presto risolta da un ricordo chiaro e vivido di un passato non troppo lontano. Già dall’ingresso del centro congressi, infatti, sono riecheggiate pesanti le parole pronunciate poco più di un anno nello stesso posto fa da Roberto Giachetti quando, rivolgendosi a quello che doveva essere un suo compagno di partito, lo apostrofò con parole degne delle peggiori litigate tra nemici di una vita, insultando la suddetta persona e tutti i militanti e cittadini che condividevano anche solo una piccola parte delle posizioni di Roberto Speranza, nel silenzio assordante della sala colma di delegati.

Superato l’ingresso però, dopo l’iniziale ricordo di tempi oscuri e poco gloriosi, ho iniziato ad incontrare tanti amici e compagni, vecchi e nuovi, conosciuti o meno, ho incrociato centinaia di sguardi di donne e uomini pronti a battersi per qualcosa in cui credono, ho abbracciato i tanti compagni del Movimento giovanile della Sinistra, venuti come sempre da tutta Italia, con tanti sacrifici e quella inarrestabile e contagiosa voglia di cambiare il mondo.

Eccoci qui, come sempre, dalla parte giusta, dopo tanti mesi di battaglie per costruire qualcosa di nuovo e alternativo, dopo mesi di sacrifici, passioni, entusiasmi e momenti anche molto difficili, eccoci qui tutti assieme, per l’assemblea nazionale programmatica di Liberi e Uguali, di questa nostra giovane creatura che costruiremo con la forza delle nostre idee e l’impazienza per una libertà e un’uguaglianza ancora troppo lontane dalla nostra visione del mondo.
Sono state dette parole chiare, dal punto di vista programmatico e della visione politica e valoriale.
Risulta chiaro da questa assemblea che l’orizzonte è lungo e la battaglia sarà tanto appassionante quanto complicata, dovremo metterci tutti a servizio di un progetto più grande di tutti noi.

Si è parlato molto chiaramente di lotta per l’uguaglianza, di diritti e opportunità per tutti, si è parlato di eliminazione delle tasse universitarie, abbiamo finalmente iniziato a parlare con le nostre parole, prese dal meraviglioso vocabolario della sinistra, un vocabolario che parte da valori chiari e di parte, per rivolgersi ai molti che non ce la fanno e non ai pochi che ce l’hanno fatta.
L’obiettivo è chiaro, raggiungere un ottimo risultato alle prossime elezioni e costruire un grande partito. Come ha detto chiaramente Enrico Rossi, l’obbiettivo è quello di costruire un grande partito che si ispiri ai valori del socialismo nel tempo nuovo, coniugati con umanesimo e democrazia.

È molto chiaro anche lo slogan che verrà utilizzato, “per i molti, non per i pochi”, una frase ispirata direttamente alla battaglia di Corbyn in Inghilterra che dice chiaramente da che parte stiamo e per chi e per cosa vogliamo lottare.
Lotteremo per quella maggioranza silenziosa composta da coloro che da tempo non votano più, da chi si è sentito tradito dai ripetuti voti dati al Partito Democratico, da coloro che hanno sofferto gravemente gli effetti di una crisi e i risvolti drammatici dell’aumento delle disuguaglianze, lotteremo per quel 51% di donne citato da Laura Bordini che deve e può alzare la testa e prendersi a pieno titolo il ruolo che spetta loro in questa società. Infine parleremo ai giovani, l’anello più debole di questa già complessa catena, una categoria variegata e difficile, composta dai NEET, dai ragazzi che sono andati all’estero per trovare una speranza, da coloro che sono rimasti qui a tentare con difficoltà di trovare il posto che gli spetta in questo mondo. E parleremo a questa gente partendo da alcune chiare e irrinunciabili priorità come i giovani, i diritti e la giustizia sociale.
Come ha detto chiaramente Pietro Grasso: “Creare lavoro generando bellezza non è un’utopia, ma l’investimento più sicuro: economia verde, turismo e cultura devono essere il faro per l’occupazione dei prossimi decenni […] Altri dicono di voler abolire le tasse. Noi aboliamo la precarietà”.

Questo era il clima di oggi, un clima festoso ma umile, appassionato ma concentrato.
È stata l’assemblea che ha accolto finalmente Laura Boldrini in questa nuova casa, l’assemblea che ha visto Pierluigi Bersani soffermarsi a parlare per lungo tempo in un angolo con un gruppo di giovani militanti, delle sfide che abbiamo di fronte e delle opportunità che dobbiamo creare per liberare le giovani generazioni.
Noi siamo la speranza, noi siamo il voto utile, noi siamo infine l’alternativa, un’alternativa chiara per chi non vuole dare un voto di continuità, di protesta, di paura, o per chi si era rassegnato a non votare.

Vado via dall’assemblea, come sempre carico di emozioni, nuovi contenuti e amicizia. Metto gli auricolari e faccio partire un po di musica, parte “A mano a mano” di Rino Gaetano:

“Ma, dammi la mano e torna vicino
Può nascere un fiore nel nostro giardino
Che neanche l’inverno potrà mai gelare
Può crescere un fiore da questo mio amore per te

E a mano a mano vedrai con nel tempo
Lì sopra il suo viso lo stesso sorriso
Che il vento crudele ti aveva rubato
Che torna fedele
L’amore è tornato”

Bentornata sinistra, adesso avanti, a testa alta con umiltà e coraggio.

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