Nella fase di incertezza che stiamo vivendo, con una crisi di impoverimento che sta minando le basi stesse sulle quali si fonda l’idea di democrazia, la proposta di MDP costituisce un’occasione ed un’opportunità che interpella e provoca la nostra responsabilità di cittadini attivi per il cambiamento.
Tantissime/i compagne/i, che, da tempo si erano allontanati stanno riguadagnando una voglia di protagonismo, di militanza attiva, di ripartenza per offrire un proprio contributo ad un rinnovamento della politica, di cui si avverte un gran bisogno.
Vengono da percorsi diversi. Chi ha rotto con il Pd, chi ha militato in altre aggregazioni di sinistra, tanti, anche giovani e donne che hanno dato vita ed animato i comitati per la difesa della Costituzione e si stanno impegnando a continuare l’opera di rinnovamento intrapresa.
Fin dalle prime assemblee costituenti, a Roma, si e’ registrato l’interesse di un numero crescente di compagne/i a rimettersi in cammino per dare vita ad un nuovo soggetto.
Nei territori abbiamo riavviato il lavoro militante, facendo tesoro e memoria delle criticità e dei limiti di un esasperato leaderismo che ha minato alla base la credibilità della partecipazione popolare.
E nell’incontrare persone dei nostri mondi di riferimento abbiamo raccolto una domanda, una su tutte. Costruire una sola forza a sinistra del Pd. Una forza plurale, in grado di raccogliere le tante, piccole sinistre disperse e frammentate, ognuna di esse, quasi sempre rappresentate da una dirigenza espresse con logiche da capi più che da leader.
Io penso che non valga la pena ripercorrere vecchi schemi quanto e di più costruire, come MDP, un movimento che si propone di realizzare questo obiettivo prioritario, che è dirimente e centrale per rimettere al centro gli interessi sociali mortificati e negletti da questo ventennio di neo-liberismo sfrenato.
Riunificare le forze, riportare all’impegno chi non partecipa più al voto e chi non vota più o sceglie, come avviene sempre più frequentemente, il meno peggio.
LA CAMPAGNA DI ADESIONE AD ART.1-MDP – Ora noi scegliamo di avviare la campagna di adesione, a partire dal 1 maggio, una data-simbolo che attesta della nostra adesione alla centralità del lavoro e della lotta alle diseguaglianze sociali.
Abbiamo bisogno di sapere chi ci sta.
Io spero che l’esigenza legittima di verificare le forze disponibili a partecipare ad un processo, che ha l’ambizione anche di rivolgersi a spezzoni nuovi di quel reticolo di aggregazioni civico-partecipative, non si trasformi in una conta tra leader che debbono occupare posizioni.
MDP deve combattere i pacchetti e le logiche spartitorie che ne derivano.
Ogni singolo aderente dovrebbe sottoscrivere il modulo di adesione e versare una somma in base al reddito. Anche per l’organizzazione si dovrebbe lavorare per strutture aperte, che non diano il senso di organismi rigidi, precostituiti in base alle appartenenze o per meri calcoli di potere.
Si può aderire liberamente. E si aderisce, appunto, ad un movimento impegnato a costruire una forza politica. E tutti siamo costruttori. Sullo stesso piano. Chi c’è stato sin dal primo giorno. Chi e’ venuto dopo. E chi verrà. Chi verrà non è ospite di una piccola casa già fatta. Ma deve sentirsi un mattone di una casa più grande, che vogliamo costruire insieme, dal basso, senza pregiudiziali e visioni anguste.
Dico con franchezza di non essere interessato all’ennesima formazione minoritaria e residuale. A sinistra bastano quelle che già ci sono. Organizzi, chi vuole, una riunione. Si candidi, chi vuole, a presunte direzioni. Noi possiamo continuare il cammino ricostruttivo solo se portiamo mattoni per costruire, non se occupiamo la casetta. Peppino Caldarola ha evocato il vecchio Psiup per dirci che vede in giro troppi capi e pochi elettori. Io proverei a riflettere un po’ più in profondità sul perché il nostro movimento non abbia avuto lo scatto che tutti speravamo. Un vecchio e saggio compagno, con il quale mi confronto da oltre vent’anni, mi ha detto: possiamo mai immaginare che un popolo si rimetta in cammino per confermare o rieleggere trenta/quaranta parlamentari? Ed allora? Non dobbiamo smarrire la nostra missione. E’ tempo di rilanciare una diversa visione, orientata a innescare processi virtuosi che diano risposte alle tante domande inevase. Meno accanimento su posizionamenti finalizzati ad occupare spazi vuoti. Incontriamo persone, costruiamo dialoghi, ritessiamo legami significativi e dotati di senso, ri-diventiamo soggetti costruttori di alleanze e di nuova socialità. Offriamo luoghi e spazi di discussione, coinvolgiamo chi non è ancora convinto. C’e’ molto da fare, fuori. Alcuni di noi hanno già dato, hanno già avuto tanto. Non chiedono altro che contribuire a costruire una prospettiva per la quale vale la pena di tornare in campo.
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Nella foto di copertina: Andrea De Simone ad una manifestazione di Art.1-MDP