Ponte_Vespucci_Delitto

“Caro Nardella, la questione sicurezza riguarda tutti, anche la protezione dei migranti”

Caro Sindaco,

gli avvenimenti che hanno segnato la città di Firenze nella giornata di ieri mi hanno profondamente toccata.
Non starò qui a disquisire di pistole e fioriere, perché sono certa che ci unisce il pensiero che siano imparagonabili la morte di un uomo, con un danno agli arredi della città.
Tuttavia, quella pistola e quelle fioriere ci parlano di una complessità di non facile gestione e di una città su cui occorre lavorare molto e in fretta, perché per quanto ci impegniamo a circoscrivere fatti e circostanze, non possiamo non vedere che il rischio più grande sia quello di alimentare un crescendo di tensioni difficili da contenere.
Come hai precisato, riportando le valutazioni del Procuratore della Repubblica, non si tratta di un omicidio a sfondo razziale o almeno non è dichiaratamente tale. Tuttavia, credo che si possano applicare all’omicidio avvenuto nella nostra città le stesse riflessioni portate dallo storico Sandro Portelli all’indomani della strage di Macerata e cioè che “in ciascun luogo e tempo storico, la pazzia prende le forme che gli propone la “ragione” che ha intorno: se l’aria è satura dell’odio sano e normale verso i migranti, è logica che la “follia” si armi in quella direzione, assuma i simboli che i sani e i normali condividono e amplificano, e faccia davvero quello che sente ripetere che andrebbe fatto”.

Potremmo discutere a lungo se e quanto l’uccisione di Idy Diene ricalchi il quadro socio culturale proposto da Portelli, ma mi domando: non basta il dubbio che ci possa essere questo pericoloso automatismo tra “follia” e “ragione” ad intervenire, anche solo simbolicamente, a fianco di una comunità che si sente offesa e in pericolo?

Arriviamo così alle fioriere. Quelle fioriere rovesciate sono il simbolo di una sofferenza e di una rabbia latenti, portate alla luce dall’omicidio del Ponte Vespucci e alimentate da un esito elettorale che ha premiato razzisti e violenti, anche nella nostra Regione.
E’ giusto condannare il gesto, ma mi domando: non potremmo provare a comprendere e a raccogliere la paura che alimenta questa tensione?
Abbiamo troppo spesso la presunzione di pensare che le ragioni della sicurezza siano le “nostre” contro le “loro”, o meglio contro di loro, ma forse dovremmo iniziare a pensare che le ragioni della nostra sicurezza sono anche le loro, quelle di uomini e donne migranti che non si sentono più al sicuro sul nostro territorio, proprio in quanto migranti.
Per questi motivi, caro Sindaco, ti chiedo di avviare un confronto serrato, non episodico, con la comunità senegalese, per capire le paure e la rabbia che si stanno diffondendo e di proclamare il lutto cittadino per la morte di Idy Diane, perché anche lui è un simbolo, di chi fatica per vivere, di chi nonostante gli sforzi ha la vita appesa ad un filo, di chi paga per colpe non sue, di chi non ha cittadinanza, nonostante i documenti in regola.
La magistratura farà la sua parte, ma la costruzione di una convivenza di pace passa attraverso il riconoscimento e l’elaborazione del dolore e delle sofferenze presenti nella nostra città, ed è un compito che spetta alla politica.

Un caro saluto
Sara Nocentini

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