Targa sezione Democrazia Cristiana

C’era una volta il Centro, non sta tanto bene, ma con la sua storia vanno fatti i conti

Sui giornali non si fa che scrivere e parlare di divisioni a sinistra (o nel centrosinistra) e di divisioni a destra (o nel centrodestra) eppure ci dovrebbe essere almeno un altro schieramento a contendersi una collocazione nella complessa topografia della politica italiana: il centro. Ma l’impressione (almeno la mia) è che il centro non ci sia più o quasi e, se ci sta, non sta tanto bene.
Provo ad andare per ordine. All’indomani dei governi ciellenisti il centro è stato il perno della politica italiana. Ricordate De Gasperi che spiegava come la Dc fosse il centro che rivolge il suo sguardo a sinistra (comunisti esclusi, ma quella è un’altra storia). I governi del centrismo che arrivarono fino al 1960 con la pericolosissima sbandata Tambroni che però nei fatti accelerò l’avvento del centrosinistra voluto da Moro, che si rivelò poi attentissimo nel presidiare comunque il centro dello schieramento di maggioranza. In mezzo due parentesi (un governo Andreotti- Malagodi e poi la breve stagione della solidarietà nazionale, travolta dal delitto Moro e dalle sue conseguenze). Il centrosinistra con i socialisti, che poi divenne negli ultimi anni pentapartito, comunque guidò il Paese fino all’irrompere di mani pulite prima e del berlusconismo poi.
Perchè (naturalmente è solo la mia opinione) fu Berlusconi a travolgere il centro. Come? Dichiarandosi lui stesso di centro, anzi dicendo: “io sono il centro e rappresento i moderati”. Poi però, se De Gasperi aveva definito la Dc il centro che guarda a sinistra, la prima azione politica del sedicente centrista Berlusconi fu quella di sdoganare l’estrema destra, che allora si chiamava ancora Movimento sociale italiano.

Dopo di che certamente nello schieramento berlusconiano hanno cercato di dire la loro anche rappresentanti del centro tradizionale: l’Udc di Mastella e Casini. Con il primo che presto passò allo schieramento opposto (ricordiamo l’Unione) e il secondo che prima prese le distanze da Berlusconi presentandosi da solo all’indomani del discorso del predellino e ora in avvicinamento verso l’area renziana. Diversa la storia di Marco Follini che con il berlusconismo ruppe davvero dopo essere stato vicepresidente del Consiglio. E che affidò le sue considerazioni politiche ad una felice rubrica su Il riformista opportunamente chiamata: “il democentrico“. Conclusione di questa breve storia: fu Berlusconi a travolgere il centro per la sua assoluta impossibilità di essere moderato: nei toni, nella politica, nella propaganda e, persino, nello stile di vita.

Ma veniamo ad oggi, ad una vigilia elettorale (forse la più incerta e pericolosa del dopoguerra). Il centro non c’è più. Ci sono però autorevoli esponenti di quella storia che sono ancora in campo con le proprie idee e soprattutto con la propria storia. Alcuni esempi: Bruno Tabacci con Pisapia e Campo Progressista, Cirino Pomicino molto per conto suo e un po’ con De Mita, entrambi, è doveroso ricordarlo, non esitarono a schierarsi contro il renzismo in difesa della Costituzione nella campagna elettorale refrendaria. E ieri, secondo quanto riferiscono i giornali, c’è stata una riunione di cattolici ex democristiani di centro (cattolici senza partito tra i quali Follini e lo storico portavoce di Arnaldo Forlani, Enzo Carra) nella quale (c’era anche Bersani), è stata manifestata grande attenzione per quello che si muove a sinistra del renzismo.

A merito dei centristi e della loro storia va aggiunto che non furono mai suggestionati dalle teorie liberiste. Forse e in parte soltanto Malagodi che conquistò il partito liberale (provocando una scissione) da liberista. Ma che molti anni dopo (cito a memoria), confidò proprio al sottoscritto in un’intervista su “Il Sole 24 ore” che il modello di economia mista tipo Iri, aveva funzionato bene in Italia e sarebbe stato opportuno esportarlo in Europa.

Insomma: anche se il Centro, inteso come luogo tradizionale non c’è più o, se c’è, è un po’ disperso, i conti con la sua storia, in parte nobile, vecchie e nuove forze politiche dovranno farli. Soprattutto se, e come sembra, sono finiti i tempi delle grandi sbornie maggioritarie.

Foto copertina: La targa di un circolo della Democrazia Cristiana

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