Licata_Fava

Domenica si vota Claudio Fava Presidente

Generalmente i racconti si scrivono alla fine di una storia ed è solo all’ultimo che si tirano le somme. Per questo non è mia intenzione, con quanto segue, raccontare vicende o prevedere bilanci.

Intendo solo essere schietto.

Immaginate un’enorme isola del Mediterraneo abitata da più di 5 milioni di persone, più della metà delle quali da tempo ha smesso di scegliere chi deve governare.

Immaginate che l’ultimo governatore ha nominato 59 assessori in 5 anni. Immaginate che il predecessore di questo è stato condannato per voto di scambio e che il predecessore di quest’ultimo è stato a sua volta condannato per favoreggiamento a Cosa Nostra.

Lo so che persino un regista melodrammatico sforbicerebbe un pó, ma chiedo a chi legge un altro sforzo di fantasia per immaginare che in quell’isola, non appena finite le elezioni, un eletto su due cambia partito.

Se di solito la fantasia supera la realtà, questo è il caso della Sicilia, dove la realtà supera l’immaginazione.

Manca una manciata d’ore e la neve della campagna elettorale siciliana si sarà sciolta tutta. Una campagna già annoverabile come tra le più povere di Politica che i nostri nonni ricordino, dove a tenere banco sono le urla di un Movimento che vuole sbudellare chiunque pensi altro, l’insopportabile ipocrisia dei partiti e un trasformismo senza vergogna: crocettiani pentiti pare abbiano sposato la causa della destra nazionale e il Nuovo centro destra – si fanno chiamare popolari – è assurto a garante della tenuta del (nuovo) centro sinistra.

Non è la nuova serie de ‘Il trono di spade’. Sono le regionali siciliane, dove il gioco delle tre carte è abile esercizio di potere.

Fuori da tutto questo triste miscuglio di opportunismi c’è una proposta diversa, limpida, leggibile, autentica: si chiama Claudio Fava.

Mente miserabilmente chi racconta che la sua candidatura farà perdere il centrosinistra: chi vota Centopassi in Sicilia – sia chiaro – comunque non avrebbe votato Micari (ovvero Crocetta, ovvero il PD, ovvero Alfano). Questi si consegneranno alla sconfitta da soli, per la loro arrogante miopia politica e per aver tradito un popolo che si aspettava la rivoluzione e ha trovato raggiri.

Claudio ha convinto i siciliani a crederci ancora, ha sfidato i clan andando a parlare con le gente dei loro quartieri per dire che la Sicilia può migliorare senza bisogno di rivoluzioni ma semplicemente recidendo il doppio filo che lega mafie e potere politico. Palmo a palmo abbiamo girato l’isola per dire che l’unico voto utile è il voto libero.

Non ci crederete ma ha funzionato.

Durante queste settimane mi sono sentito dire più di una volta che “con gli ideali non si mangia”. È vero. E la differenza tra noi e gli altri sta tutta qui. Nella concezione della politica e della Sinistra: che non devono dare da mangiare; bensì hanno il compito di far si che nessuno abbia fame.

La politica ha il compito di aggiustare strade e autostrade, ferrovie, scuole: infrastrutture in generale. Ha il compito di approvare una legge per il diritto allo studio. Cose banali, penserete. No. Cose che la politica ha promesso per anni e che – come fosse scontato – non ha fatto.

Claudio ha riacceso la speranza di chi da qui non vuole andarsene, ha rimesso in pista quella ‘Banda del sogno interrotto’ che vuole lottare per un’idea diversa e onesta di gestione della Regione Siciliana.

Per questo ci abbiamo messo il cuore e cambieremo le cose insieme a Claudio e ai siciliani che vogliono riscattare l’isola strappandola dalle mani di chi ha già fallito.

Per questo Domenica si vota Claudio Fava Presidente.

Nella foto di copertina: Adriano Licata e Claudio Fava

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