
Enrico Rossi: Discutere con M5S? Necessario porre condizioni chiarissime. Che significa ‘repubblica dei cittadini’? Grillini chiariscano»
Salvini e Di Maio hanno vinto da duri e puri, a testa bassa, con programmi estremi che loro stessi definiscono essere la loro Bibbia.
Ora si scopre che pur avendo vinto non sono in grado di formare un governo. Sono fortissimi ma soli e inconciliabili tra loro.
Se davvero volessero dare un governo al Paese dovrebbero fare entrambi un passo indietro, accettare che non possono essere loro i capi di un nuovo governo e di una nuova maggioranza e smetterla di chiedere altri sostegni senza condizioni, aprendosi veramente alla ricerca di alleanze.
Sarebbe un primo bagno nella realtà, nella politica come compromesso e si riaprirebbe una dialettica a destra e anche a sinistra. Si permetterebbe al Presidente della Repubblica di svolgere a pieno il suo ruolo.
Altrimenti, a volere il ritorno alle urne sono proprio Salvini e Di Maio, il primo per ridimensionare ancora Forza Italia e il secondo per dare un colpo esiziale al PD.
A sinistra sono molti gli appelli a dare vita a un governo cinquestelle, come una sorta di abdicazione, fino ad affermare che adesso sono loro sinistra e che dobbiamo prenderne atto.
È la vecchia teoria della “costola della sinistra” già sentita per la Lega di Bossi. Oppure sono le “anime belle” che non prendono in considerazione proprio i rischi di smarrimento finale che tale scelta avrebbe per la sinistra stessa.
Io penso il M5Stelle sia una formazione politica reazionaria e dagli incerti contorni democratici.
Tuttavia, se non dobbiamo sottrarci al dibattito, come vogliono molti compagni, allora le condizioni vanno messe e devono essere chiarissime.
È, ad esempio, pregiudiziale che il M5Stelle risponda alla domanda su cosa intende per “repubblica dei cittadini”, su cosa pensa della democrazia rappresentativa della Costituzione e sul ruolo delle istituzioni democratiche in rapporto al loro obiettivo della democrazia diretta, che finora hanno esercitato con una piattaforma digitale diretta in modo autoritario da Grillo e da Casaleggio.
Conoscere l’idea di democrazia di coloro a cui vogliamo sia affidato il governo del Paese è un dovere etico ancor prima che politico.
In secondo luogo, dovremmo chiarire ai cinquestelle che non avendo la maggioranza assoluta dei voti non possono pretendere di fare e decidere tutto da soli.
Quindi, comincino a dimostrare la loro buona volontà dichiarando la disponibilità a trovare soluzioni di governo al di fuori di loro stessi, del loro leader e delle loro liste di ministri.
È venuto il momento che anche i “grillini” si sporchino le mani, dimostrando di essere sul serio seguaci di De Gasperi e della sua idea della politica che “vuol dire realizzare”.
Lo stesso discorso, in termini politologici, vale per la Lega di Salvini. Ma siccome noi non andremo mai con la destra e saremo certamente coerenti a questo impegno preso con i nostri elettori, possiamo fermarci qui; prendendo atto che, per ora, anche il PD è su questa stessa linea.
Per ora…