
I giovani e Enrico Rossi. Racconto di una serata di mezza estate
Una serata calda e afosa, proprio nel mezzo della lunga estare romana.
Enrico Rossi, invitato da Articolo Uno di Roma a parlare della fase politica e della lezione di Jeremy Corbyn, viene, con Pietro Folena, nella periferia romana, nella storica cooperativa Agricoltura Nuova, e trova ad attenderlo decine di giovani.
Nonostante la sessione esami all’università, la maturità nelle scuole, la stanchezza di un anno politico tra i più intensi di sempre, si erano organizzati per “fare le macchine”, per ascoltare e per parlare di socialismo.
Ecco il loro racconto della serata.
Matteo Giordano: “Sono rimasto impressionato dalla passione di un popolo della sinistra, troppe volte sedotto e abbandonato, troppe volte frustrato da false partenze, che ha deciso di aprire una linea di credito ad Articolo 1”, spiega Matteo Giordano, militante appena ventenne di Articolo 1. “Non può essere sottovalutato l’impatto che il messaggio di Enrico Rossi, in sintonia con le migliori esperienze internazionali della fase storica che viviamo, con un esplicito messaggio ad una ‘rivoluzione socialista’, quindi ad una forte identificazione con la tradizione del comunismo italiano, sta esercitando. L’altra sera, in un casale alla provincia di Roma, in pieno luglio, c’erano decine e decine di militanti affamati di politica. Siamo sulla strada giusta. Un consiglio non richiesto al Presidente Rossi: mettere da parte la timidezza residuale che ancora c’è ed andare avanti a testa alta e con sempre più incisività. Siamo sulla strada giusta. For the many, not for the few”.

Pietro Moroni, giovane laureato in relazioni internazionali, esalta la funzione positiva del socialismo nel difendere l’interesse dell’intero Paese e la necessità della forma partito nel rinnovo e nella difesa delle istituzioni democratiche: “C’e’ bisogno di un soggetto politico che riproponga una visione futura del Paese dopo decenni di politica mediocre e lontana dai cittadini. È necessario un rinnovamento socialista per costruire un partito che serva il popolo e le sue istituzioni democratiche”.
Luca Liturri: “È essenziale riaffermare il ruolo dello Stato come unico attore oggi capace di realizzare piena uguaglianza trai cittadini. Il socialismo è la sola dottrina politica a interpretare questa priorità dello Stato, del pubblico sul privato, in una forma razionale e autenticamente legata ai valori dell’umanesimo e dell’universalità dell’uguaglianza tra gli esseri umani” ,sostiene Luca Liturri, studente ventenne di Filosofia alla Sapienza.
Stefano Di Foggia: Manifesta entusiasmo, per questo nuovo capitolo nella storia dell’ideale socialista, anche Stefano Di Foggia, Scienze Politiche a Roma Tre, 20 anni: “Finalmente una lezione sul socialismo. Siamo quella generazione di diseredati di cui spesso si parla, abbiamo poco da perdere e molto da guadagnare. L’altra sera si è parlato di riscatto e di futuro, due parole che ci appartengono e che vogliamo ci appartengano”.
Gabriele Letta, altro giovanissimo militante, iscritto a Economia, guarda a una proposta socialista, quella di Rossi, che lasciandosi alle spalle la subalternità culturale della sinistra degli ultimi decenni, può ambire ad essere elemento di coesione di tutte le forze progressiste: “Dal dibattito è apparso chiaramente lo scopo-chiave di Articolo Uno, ossia la volontà di formare un soggetto politico realmente a sinistra aperto all’adesione di tutte quelle componenti accomunate da principi cardine come l’eguaglianza e la giustizia sociale. Non si può affatto trascendere da quegli ideali sociali, economici e filosofici senza l’appoggio dei quali qualsiasi forma di agire pubblico scadrebbe in un mero pragmatismo insufficiente a riformare una cultura politica che negli ultimi anni si è immiserita”.
Gli fa eco Maciej Kumor: “Sentir parlare per la prima volta Enrico Rossi dal vivo mi ha lasciato sensazioni positive. Trovo rassicurante il tono pragmatico delle sue dichiarazioni in merito alla ricostruzione del centro-sinistra, in quanto manifestano l’intenzione di tendere alla coesione politica con le altre forze della sinistra”.

Angelo Casu, studente di Giurisprudenza, pone l’accento sulla continuità dell’esperienza dei Democratici Socialisti in Italia con i movimenti di Sanders e Corbyn: “L’evento del 5 luglio a Roma ha avuto il sapore del riscatto. Compagni di tutte le età, sull’onda degli ottimi risultati di Sanders e Corbyn, hanno avuto il coraggio di discutere della necessità di un programma ideologicamente forte, radicale, che non potesse prescindere dalla parola “socialismo” e dai valori che questa richiama. Un’idea che si pone a fondamento materiale della lotta per i diritti sociali, che fa da argine alle asettiche logiche di un liberismo strutturalmente ingiusto”.
Giulia Piccioni: Le parole di Rossi e l’atmosfera dell’incontro promettono un Socialismo ecumenico, accogliente e solidale, sostiene Giulia Piccioni: “Enrico Rossi si mette a disposizione di tutti. Dei giovani apprezza la preparazione, auspica unione a sinistra, chiama compagni tutti quelli che come lui vogliono sciogliere le ambiguità e lavorare a testa bassa alla costruzione di un percorso che miri al recupero dei valori del socialismo, un percorso che sia in grado di proporre un’azione parlamentare aperta a tutte le forze di sinistra. Serve una proposta che rimetta al centro i temi dell’ambiente, del lavoro e della redistribuzione della ricchezza. Conoscevo poche persone di quelle sedute intorno a me, ma alla fine è proprio vero che tra compagni non si è mai soli”.
Lorenzo Pietrobelli esalta invece la dimensione conviviale dell’incontro, esso stesso una prefigurazione di quel modello sociale pervaso di uguaglianza, rispetto e partecipazione anelato dal socialismo: “La serata del 5 luglio non è stata il solito comizio politico. E` stata una serata di riflessione e partecipazione, una partecipazione emotiva e riflessiva, dove si è parlato di sinistra, quella pura, quella del lavoratore e dell’uguaglianza, quella che il Pd ha cercato di distruggere e della quale Enrico Rossi ed Articolo Uno si ergono a difesa. Si è parlato di socialismo, questa parola tanto vituperata che finalmente sta tornado forte nel mondo. Oratori e pubblico hanno vissuto una piena comunanza ideale, senza barriere che si frapponessero tra loro. La cena sociale dopo l’incontro, ha ancora di più esaltato questo senso di partecipazione che ha pervaso tutta la serata”.
Alessandro Alverone, giovane militante romano di Articolo Uno, vede nella proposta di Rossi un punto di partenza per rispondere alle grandi sfide del nostro tempo: “Larga parte della sinistra guarda alla società civile per rimediare al vuoto di contenuti della politica. Ma questo non è altro che ricercare la soluzione nella radice del problema. Come costruire l’universale e il necessario nel regno presente del particolare e del contingente? Come giungere alla certezza partendo dall’arbitrio? Come ricercare l’unità nella scissione? Non ci sono risposte certe ma, credo, vi siano condizioni necessarie al di fuori delle quali nessuna risposta convincente può essere trovata e queste condizioni sono il ripristino del dominio della politica sul reale e il recupero della tradizione socialista. Non posso che ringraziare il Presidente Rossi per aver creato un’area politica che rappresenta queste necessità, senza rinnegare la tradizione socialista ma senza cullarsi nella nostalgia di un passato problematico e con un occhio alle interessanti esperienze d’oltremanica e d’oltreoceano”.
È un vento che soffia da lontano, che ci giunge oggi dal mondo anglosassone ma che ha attraversato la lunga storia del comunismo e del socialismo italiano, esperienze da problematizzare ma che rimangono fonte inesauribile di ispirazione e che devono essere interpretate in relazione con il ‘Corbynismo‘ e il ‘Sanderismo‘ e in coerenza con il recupero operato da questi movimenti della tradizione politica socialista, rileva nel suo intervento Alessio Aringoli, di Articolo Uno di Roma, che sottolinea poi la capacità di Corbyn e della sua organizzazione Momentum di unire giovani e sindacato, struttura e radicamento, Internet e ‘porta a porta’.
Riscoprire il socialismo è anche operare una critica dell’adesione, sull’onda della fine della Guerra Fredda, delle sinistre occidentali a un modello di sviluppo che si è rivelato illusorio, iniquo e insostenibile e quindi di rimediare all’occasione mancata, negli ultimi 25 anni, di costruire un modello sociale equo nel quadro delle liberaldemocrazie occidentali, sostiene Pietro Folena.
Enrico Rossi, quella sera, come tante altre volte, ha pronunciato i vocaboli che ingrossano il vento: sanità e istruzione pubblica, imprese statali, beni comuni, tutela del patrimonio ambientale, ridistribuzione delle ricchezze, occupazione giovanile.
Anche nell’afosa estate romana, parafrasando Paul Valery, una sera il vento si è dunque alzato.
È un vento giovane, e vuole lottare.
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Il racconto della serata è stato curato da Alessio Aringoli e Alessandro Alverone
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Nella foto di copertina: Un momento dell’incontro di Roma presso la sede della Cooperativa Agricola con Enrico Rossi e Pietro Folena