L’operazione Pisapia è l’ultimo sussulto del vecchio centro-sinistra. Ma di quale? Perché di centro-sinistra ne abbiamo conosciuti molti.
C’è quello iniziale ideato da Nino Andreatta e accettato con entusiasmo da D’Alema e Veltroni che metteva le basi dell’incontro fra una solida forza di sinistra e un disperso ma profondo mondo cattolico democratico La scelta di Prodi fu la logica conseguenza. Profilo di stato e di governo, niente manie di protagonismo (allora!), serietà e affidabilità.
Vinte due elezioni si sono succeduto diverse strategie tutto sotto il nome di centro-sinistra e tutte con l’assillo di dare alla formula vincente di governo un profilo unitario fino a prefigurare un partito.
Il dibattito fra gli ideatori è stato fin dapprincipio molto chiaro, questa formula politica che sarebbe dovuto diventare un partito avrebbe dovuto mettere in riserva indiana la sinistra e in particolare quella ex comunista. Con i loro voti ma senza di loro. E’ finita molto male per tante ragioni diverse, compresa l’incapacità di chi aveva lo scettro.

Oggi l’operazione che ha ispirato una delle fasi più combattute del centro-sinistra sembra sul punto di realizzarsi e, con il contributo di Pisapia, di segnare addirittura il trionfo. L’obiettivo di spingere in un angolo la sinistra, rendendola irrilevante e parafulmine di tutti gli insuccessi, è la scelta mediatica più riuscita. Fateci caso, l’Italia raccontata da questi personaggi, ultimo l’ex sindaco di Milano, è un’Italia che sarebbe felice senza quel maledetto 3% che si mette di traverso. Ovviamente andranno a sbattere.

Io suggerisco come risposta una forma silenziosa, e, se permettete la parola, di “vaffanculo”, cioè ignoriamoli. Tutto si svolge alla luce del sole, i cittadini vedono i trasformismi e sanno i numeri : perché perdere tempo per polemizzare con Pisapia e con i suoi dante causa?
Dobbiamo invece riprendere il cammino della nuova sinistra sgombrandolo da un po’ di macerie. Io penso che si possa ancora parlare di centro-sinistra alla maniera con cui a sinistra si è sempre parlato di alleanze provvisorie con forze lontane, quindi persino col Pd di Renzi. Bisogna contemporaneamente parlare di alleanze con forze vicine. Va però, soprattutto, combattuta l’idea che ormai non si possa fare più niente, che la situazione è quella che è, che anche le piccole riforme sono difficili da realizzare.

Alziamo l’asticella come fa la sinistra in tutto il mondo. Si può fare tutto, se si dà un senso alla voglia di cambiamento delle persone. Si può fare tutto con un partito non irrigidito ma radicato che abbia nel nome il suo programma. Si può fare tutto se si lavora in profondità ma si ha la certezza che stiamo per saltare un giro. So che è importante avere parlamentari e bisogna lavorare per averli. Ma solo un’operazione profonda potrà far arrivare nel giro di due legislature quel 3% che dice Pisapia a cifre che Pisapia non ha mai visto in vita sua.

Nella foto di copertina: Giuliano Pisapia e Matteo Renzi

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