Il discorso di Capodanno del presidente della Repubblica è stato tanto garbato e sobrio nei toni, quanto fermo e talvolta ruvido nei contenuti e quindi nel merito dell’azione del Governo gialloverde. A partire dal come è stata approvata (sbrigativamente e con la “compressione” del ruolo del Parlamento) la manovra di bilancio.
Una manovra che Sergio Mattarella ha firmato, pur non essendo stato messo dal governo, che gliela ha inviata solo in zona Cesarini, delle condizioni di leggerla e valutarla approfonditamente. Motivo per il quale l’attenzione del Quirinale crescerà ulteriormente riguardo all’attuazione della manovra stessa e dei prossimi passaggi, anche parlamentari, del Governo Conte. Come dire che tutto lascia intendere che la prossima volta dal Colle potrebbero venire non soltanto suggerimenti e valutazioni critiche, ma anche veri e propri atti formali. Insomma il discorso di Capodanno non mette formalmente il Quirinale all’opposizione, ma fa capire che, se per esercitare il proprio ruolo di garanzia rispetto al Parlamento e agli elettori dovesse essere necessario, si sentirebbe in dovere di percorrere anche una strada del genere.
Per ora restano i contenuti e il merito del discorso che prendono le distanze in modo ruvido da quella che è stata larga parte dell’azione di Governo e di propaganda soprattutto da parte della Lega. Quindi sì alla firma per evitare l’esercizio provvisorio, ma anche perchè sul problema dei rapporti con l’Europa alla fine Mattarella era riuscito ad imporre (con la collaborazione del presidente Conte e di alcuni ministri) i suoi paletti evitando così la procedura di infrazione.
Quello che il presidente ha comunque messo in chiaro è che la sua idea dell’Italia e più in generala delle convivenza civile è molto diversa, anzi opposta rispetto a quella di Salvini e dintorni. Dialogo invece di odio e insulti e soprattutto il fatto che la sicurezza di una comunità passa prima di tutto dal rispetto per tutti, quindi anche e soprattutto per i cosiddetti altri.
Peserà il discorso del presidente della Repubblica sulla prossima azione di governo? I primi segnali non sono incoraggianti. I cinguettii del ministro dell’Interno e il fotomontaggio di Grillo con fisico da culturista, reso pubblico in contemporanea del messaggio presidenziale non lasciano sperare nulla di buono. Nè i rapporti tra le due componenti di governo sono rose e fiori. Anzi, rischiano di oscurare il fragile paravento del famoso contratto di governo. La Lega sente la pressione dell’elettorato del nord sempre più ostile all’oscuro reddito di cittadinanza che i 5 stelle pretendono e in tempi brevissimi. E il movimento grillino è impegnato a promulgare alcune espulsioni di parlamentari non sempre disciplinati all’obbedienza dei capi, che mettono a rischio persino i numeri della maggioranza di governo. Nè sembra credibile che basti un temporaneo ritorno in campo di Di Battista per rimediare i non incoraggianti sondaggi che danno il movimento in continua flessione.
Certo ci vorrebbero le opposizioni. Ma il centrodestra tradizionale arranca nei numeri con Berlusconi che si dibatte tra improvvisate operazioni scoiattolo (del tipo operazione De Gregorio) e proteste a colpi di gilet azzurri. Un po’ poco per il momento. Poi ci sarebbe la sinistra, alla cui riorganizzazione non basta il confuso Congresso del Pd che discute più di candidati leader che di contenuti politici. E che non riesce a interloquire nel dibattito interno e quindi nelle divisioni che cominciano ad agitare i 5 stelle. Naturalmente non è mai troppo tardi per provare a mettere in campo quel partito riformista ecologista e soprattutto socialista che sarebbe necessario alla politica, non soltanto italiana, nel suo complessa. E anche se le premesse non sono le migliori neanche all’inizio di questo 2.019, è un dovere provarci.
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Foto in evidenza: Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di Fine Anno 2018
Il messaggio di Mattarella. Quirinale all’opposizione?
Il discorso di Capodanno del presidente della Repubblica è stato tanto garbato e sobrio nei toni, quanto fermo e talvolta ruvido nei contenuti e quindi nel merito dell’azione del Governo gialloverde. A partire dal come è stata approvata (sbrigativamente e con la “compressione” del ruolo del Parlamento) la manovra di bilancio.
Una manovra che Sergio Mattarella ha firmato, pur non essendo stato messo dal governo, che gliela ha inviata solo in zona Cesarini, delle condizioni di leggerla e valutarla approfonditamente. Motivo per il quale l’attenzione del Quirinale crescerà ulteriormente riguardo all’attuazione della manovra stessa e dei prossimi passaggi, anche parlamentari, del Governo Conte. Come dire che tutto lascia intendere che la prossima volta dal Colle potrebbero venire non soltanto suggerimenti e valutazioni critiche, ma anche veri e propri atti formali. Insomma il discorso di Capodanno non mette formalmente il Quirinale all’opposizione, ma fa capire che, se per esercitare il proprio ruolo di garanzia rispetto al Parlamento e agli elettori dovesse essere necessario, si sentirebbe in dovere di percorrere anche una strada del genere.
Per ora restano i contenuti e il merito del discorso che prendono le distanze in modo ruvido da quella che è stata larga parte dell’azione di Governo e di propaganda soprattutto da parte della Lega. Quindi sì alla firma per evitare l’esercizio provvisorio, ma anche perchè sul problema dei rapporti con l’Europa alla fine Mattarella era riuscito ad imporre (con la collaborazione del presidente Conte e di alcuni ministri) i suoi paletti evitando così la procedura di infrazione.
Quello che il presidente ha comunque messo in chiaro è che la sua idea dell’Italia e più in generala delle convivenza civile è molto diversa, anzi opposta rispetto a quella di Salvini e dintorni. Dialogo invece di odio e insulti e soprattutto il fatto che la sicurezza di una comunità passa prima di tutto dal rispetto per tutti, quindi anche e soprattutto per i cosiddetti altri.
Peserà il discorso del presidente della Repubblica sulla prossima azione di governo? I primi segnali non sono incoraggianti. I cinguettii del ministro dell’Interno e il fotomontaggio di Grillo con fisico da culturista, reso pubblico in contemporanea del messaggio presidenziale non lasciano sperare nulla di buono. Nè i rapporti tra le due componenti di governo sono rose e fiori. Anzi, rischiano di oscurare il fragile paravento del famoso contratto di governo. La Lega sente la pressione dell’elettorato del nord sempre più ostile all’oscuro reddito di cittadinanza che i 5 stelle pretendono e in tempi brevissimi. E il movimento grillino è impegnato a promulgare alcune espulsioni di parlamentari non sempre disciplinati all’obbedienza dei capi, che mettono a rischio persino i numeri della maggioranza di governo. Nè sembra credibile che basti un temporaneo ritorno in campo di Di Battista per rimediare i non incoraggianti sondaggi che danno il movimento in continua flessione.
Certo ci vorrebbero le opposizioni. Ma il centrodestra tradizionale arranca nei numeri con Berlusconi che si dibatte tra improvvisate operazioni scoiattolo (del tipo operazione De Gregorio) e proteste a colpi di gilet azzurri. Un po’ poco per il momento. Poi ci sarebbe la sinistra, alla cui riorganizzazione non basta il confuso Congresso del Pd che discute più di candidati leader che di contenuti politici. E che non riesce a interloquire nel dibattito interno e quindi nelle divisioni che cominciano ad agitare i 5 stelle. Naturalmente non è mai troppo tardi per provare a mettere in campo quel partito riformista ecologista e soprattutto socialista che sarebbe necessario alla politica, non soltanto italiana, nel suo complessa. E anche se le premesse non sono le migliori neanche all’inizio di questo 2.019, è un dovere provarci.
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Foto in evidenza: Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di Fine Anno 2018
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Guido Compagna
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