Ma di cosa si lamentano, ora, gli Orlando, gli Emiliano, i Cuperlo, i Latorre, le Sereni, i Manconi, i Realacci e via piangendo? Hanno chiuso gli occhi davanti all’evidenza ed ora scoprono la realtà renziana? Peggio per loro: o non sono stati capaci di capire, o per chissà quali ragioni non hanno voluto farlo, ciò che da anni si era venuto mostrando con chiarezza sempre maggiore; oppure davvero non hanno capito. In ogni caso, si sono meritati la sorte che è loro toccata, in questa “prova della verità” che Renzi ed il suo gruppo (quelli della prima ora ed i “convertiti“) hanno dato in occasione della formazione delle liste di coloro che dovranno costituire il partito detto Pd (ancora, e chissà se durerà) che siederà in Parlamento agli ordini di Matteo Renzi. Il quale aveva questo unico e preciso interesse: costituirsi una forza – quale che sarà la consistenza reale che verrà fuori dalle urne – sulla quale poter contare senza incertezze, concedendo ad una spolverata di derelitti (qualche orlandiano, qualcuno di Emiliano, e qualche altra anima persa alla ricerca di un ruolo reale, che non troverà) una minima rappresentanza che non avrà alcun potere di contrastare e nemmeno discutere le sue scelte, come d’altronde è sempre stato, dal 2013 in poi – quando Renzi divenne segretario del partito -, negli organi direttivi, in cui si è parlato solo di quello che il segretario ha voluto mettere all’ordine del giorno, dedicando un’ora a temi che avrebbero richiesto giorni interi di discussioni e di analisi.
Chi da anni non ha ascoltato, o non ha capito, quello che in tanti denunciavano – la mira a costituire un “partito del Capo“: nello specifico, il PdR, “partito di Renzi” – è ora servito: peggio per loro. Purtroppo, questo nuocerà anche a tutto il sistema politico italiano: e sarà un’ulteriore e grave responsabilità che peserà sulle loro spalle. Ora la parola è agli elettori, vedremo come giudicheranno tutto questo: c’è da temere un ulteriore allontanamento dei cittadini dalla politica, ed un conseguente rafforzamento delle forze antipolitiche e populiste. Oppure – è questa la speranza – che facciano scelte “positive” conseguenti: la costituzione di LeU ha avuto esattamente tale senso.
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Nella foto di copertina: L’esterno del Nazzareno nella notte della Direzione Pd per le candidature alle elezioni politiche del 4 marzo
Il pranzo, nel Pd, è servito
Ma di cosa si lamentano, ora, gli Orlando, gli Emiliano, i Cuperlo, i Latorre, le Sereni, i Manconi, i Realacci e via piangendo? Hanno chiuso gli occhi davanti all’evidenza ed ora scoprono la realtà renziana? Peggio per loro: o non sono stati capaci di capire, o per chissà quali ragioni non hanno voluto farlo, ciò che da anni si era venuto mostrando con chiarezza sempre maggiore; oppure davvero non hanno capito. In ogni caso, si sono meritati la sorte che è loro toccata, in questa “prova della verità” che Renzi ed il suo gruppo (quelli della prima ora ed i “convertiti“) hanno dato in occasione della formazione delle liste di coloro che dovranno costituire il partito detto Pd (ancora, e chissà se durerà) che siederà in Parlamento agli ordini di Matteo Renzi. Il quale aveva questo unico e preciso interesse: costituirsi una forza – quale che sarà la consistenza reale che verrà fuori dalle urne – sulla quale poter contare senza incertezze, concedendo ad una spolverata di derelitti (qualche orlandiano, qualcuno di Emiliano, e qualche altra anima persa alla ricerca di un ruolo reale, che non troverà) una minima rappresentanza che non avrà alcun potere di contrastare e nemmeno discutere le sue scelte, come d’altronde è sempre stato, dal 2013 in poi – quando Renzi divenne segretario del partito -, negli organi direttivi, in cui si è parlato solo di quello che il segretario ha voluto mettere all’ordine del giorno, dedicando un’ora a temi che avrebbero richiesto giorni interi di discussioni e di analisi.
Chi da anni non ha ascoltato, o non ha capito, quello che in tanti denunciavano – la mira a costituire un “partito del Capo“: nello specifico, il PdR, “partito di Renzi” – è ora servito: peggio per loro. Purtroppo, questo nuocerà anche a tutto il sistema politico italiano: e sarà un’ulteriore e grave responsabilità che peserà sulle loro spalle. Ora la parola è agli elettori, vedremo come giudicheranno tutto questo: c’è da temere un ulteriore allontanamento dei cittadini dalla politica, ed un conseguente rafforzamento delle forze antipolitiche e populiste. Oppure – è questa la speranza – che facciano scelte “positive” conseguenti: la costituzione di LeU ha avuto esattamente tale senso.
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Nella foto di copertina: L’esterno del Nazzareno nella notte della Direzione Pd per le candidature alle elezioni politiche del 4 marzo
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Franco Bianco
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