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L’Argine mondo: Il gruppo Bin Laden licenzia 89.000 lavoratori

DA ORIENTE A OCCIDENTE. GUERRA ED ECONOMIA.

Arabia Saudita. Il gruppo Bin Laden, uno dei maggiori colossi mondiali nell’edilizia, licenzia 77.000 lavoratori stranieri in Arabia Saudita. E pensa di fare lo stesso per altri 12.000 lavoratori locali – secondo quanto scrive il quotidiano saudita Al Watan. Il licenziamento dei lavoratori stranieri equivale alla loro espulsione dal paese. Non sono state fornite giustificazioni per questi congedi, ma i debiti che il gruppo ha accumulato stanno iniziando a diventare notevoli.
50.000 lavoratori che sono stati licenziati recentemente si sono rifiutati di abbandonare il paese finché non gli fossero stati accreditati gli arretrati, che corrispondono a 4 mensilità. Hanno protestato in rete creando appositi hashtag e presso la sede del gruppo, a Yeda, a quanto pare incendiando sette autobus dell’impresa.
Il gruppo Bin Laden è entrato in crisi dopo l’incidente, di cui è stato ritenuto responsabile, del settembre scorso, quando la caduta di una gru, nella città santa de La Mecca, uccise 107 persone e ne ferì 238. In seguito a quell’incidente il gruppo non ha più potuto farsi carico di nuovi progetti nel regno saudita.
Una storia di capitalismo cinico e spietato, quella del gruppo Bin Laden, fatta di totale mancanza di rispetto per i diritti dei lavoratori – che siano le certezze per il futuro, il pagamento del salario o la sicurezza sul lavoro – in cui la mera ricerca del profitto viene prima di qualsiasi altra cosa. (El País)

Afghanistan. Al-Qaeda torna in Afghanistan fra le paure di una nuova alleanza jihadista con l’ISIS e i talebani. (The Independent)

Siria. Nessuna tregua per Aleppo. Un razzo, apparentemente lanciato dai ribelli, colpisce un ospedale. Almeno tre morti, molti i feriti. L’attacco fa parte di un bombardamento che ha ucciso almeno 19 persone nelle aree della città controllate dal governo. (Al Jazeera)

Europa e Turchia. La Commissione Europea domani dovrebbe approvare l’abolizione dei visti per i viaggi dei cittadini turchi in Europa, nell’area Schengen, nonostante il parlamento turco non abbia ancora approvato le ultime tre leggi necessarie a soddisfare i criteri fissati dalla UE nell’accordo sui rifugiati. L’Europa cede ancora alle richieste della Turchia. (The Guardian)
Turchia che continua a violare diritti e libertà: un giro di vite a Cizre, nel sud-est curdo della Turchia, trasforma i giornalisti in “terroristi”. I reporter filo-curdi sono costantemente arrestati e giornali e account Twitter invisi al governo di Erdogan, perché esprimono critiche (anche leggere) o perché non perfettamente allineati, vengono spesso chiusi. (The Guardian)
A questo proposito, oggi il quotidiano tedesco Taz (http://taz.de), in occasione della giornata mondiale per la libertà di stampa, diventa bilingue (tedesco e turco) per denunciare la censura di Erdogan in Turchia. (Libération)

MASSA E POTERE. DA SPONDA A SPONDA.

TTIP. François Hollande dice no al TTIP in questa fase delle contrattazioni. «Non accetteremo mai di mettere in discussione principi essenziali». Secondo Hollande si tratta di libero scambio senza regole. I documenti pubblicati ieri da Greenpeace su https://www.ttip-leaks.org evidenziano come UE e USA abbiamo incontrato delle differenze “inconciliabili” nei loro negoziati. S’intensificano le voci di una sospensione dei colloqui per il trattato. (Politico)

Regno Unito. Jeremy Corbyn nega che la sua leadership sia in pericolo e ribadisce che non perderà alcun seggio nelle elezioni locali di giovedì. Intanto gli attacchi della stampa e dei blairiani s’intensificano. (The Independent)

USA. Primarie democratiche e americane, si vota oggi in Indiana. Nonostante i risultati non daranno ancora certezze sulla nomination, delle vittorie con un ampio margine blinderanno quasi definitivamente la competizione per Donald Trump e Hillary Clinton. Ma Ted Cruz e Bernie Sanders sono decisi a non darsi per vinti e combatteranno delegato per delegato, con l’obiettivo della convention “contestestata” a luglio. (BBC News)

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