
Lega e 5Stelle: la trattativa continua. Mattarella pronto all’incarico per il governo di servizio, ma la finestra per un accordo politico non chiude
Di certo l’appello che il presidente della Repubblica ha rivolto alle forze politiche, evocando la formazione di un governo di servizio neutrale, in grado anche di portare il Paese a probabili elezioni anticipate a breve scadenza lo ha provocato: il dialogo tra Salvini e Di Maio (ammesso che si sia mai interrotto) si è riaperto e intensificato. L’ipotesi di un governo imperniato sull’asse Cinquestelle-Lega se non probabile è tornata ad essere praticabile. Al momento mancherebbe solo il via libera di Berlusconi se non ad un appoggio esterno (Di Maio continua a dire che il passo di lato di Forza Italia è condizione assoluta) almeno ad una forma di astensione che ne consenta la partenza.
Fino a ora Berlusconi resiste: E se è significativo che il titolo a tutta testata de “Il Giornale” lo invita a perseverare nella resistenza, è altrettanto vero che tra i forzisti, in particolare quelli del Nord, l’idea di una via libera al governo del Centrodestra con Silvio di lato sembra più conveniente di quella del governo neutrale con relative elezioni più vicine (le quali, come è noto, non piacciono neanche a Berlusconi). Pesano gli interessi di coloro che sono stati appena eletti e il timore di una nuova legge elettorale meno favorevole. Ma soprattutto pesano le regioni del Nord a guida leghista, nelle quali assessori e consiglieri forzisti potrebbero trovarsi in una situazione di particolare disagio per il fatto di essere accusati del fatto che il loro partito non avrebbe consentito la formazione dell’esecutivo Lega-Cinquestelle. Senza contare che, anche nello stretto circolo del Berlusconi capo di Mediaset, l’idea che sia Forza Italia a mettere il Centrodestra fuori dei giochi non è particolarmente gradita. Come dire: meglio esserci anche di lato che non esserci.
Intanto il capo dello Stato in queste ore ha lavorato e sta lavorando al governo di garanzia e se non ci saranno segnali decisivi (conti alla mano) dal Centrodestra darà l’incarico e relative indicazioni sulla composizione anche in giornata. E qui non va sottovalutata un’ipotesi affacciata oggi su “Repubblica” da Stefano Folli il quale osserva che, se le forze politiche fossero d’accordo, anche con il nuovo governo di servizio “non sarebbe impossibile rinviare di qualche settimana lo scioglimento“. E quell’ipotetico rinvio consentirebbe ai partiti “un’ulteriore possibilità di realizzare un accordo politico” che Mattarella sarebbe pronto a recepire, evitando le elezioni. In pratica la finestra per l’intesa non si chiuderà “quando il capo dello Stato convocherà al Quirinale la persona a cui intende conferire l’incarico“.
Fin qui i percorsi istituzionali. Intanto i partiti cominciano comunque a pensare alle elezioni anticipate e quindi anche alle liste per quella scadenza. Il Pd ha finalmente convocato l’assemblea nazionale già più volte rinviata. E non è un caso che ieri in televisione Matteo Renzi abbia dato una sua investitura a Paolo Gentiloni (non sappiamo fino a che punto utile e gradita) come leader del partito. E al tempo stesso Salvin in analoga trasmissione abbia affrontato il tema delle liste auspicando che vengano confermate le candidature delle elezioni del 4 marzo. Un modo per segnalare a chi di dovere chi sono quelli che hanno intenzione di continuare a dare le carte.
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Foto in evidenza: Luigi di Maio (5Stelle) e Matteo Salvini (Lega)