
Milano: una giornata di “sinistra” per Enrico Rossi
Una giornata assolata, calda, colorata. Così Milano ha accolto il Presidente della Toscana Enrico Rossi, che ha partecipato ad un’iniziativa organizzata dall’Associazione A Sinistra e dai Giovani Democratici di Rho per discutere delle amministrative milanesi, dei cambiamenti della Sinistra e del ruolo che oggi possono avere i partiti.
Enrico Rossi è approdato a Milano in piena campagna elettorale, oltre che per l’iniziativa organizzata nel pomeriggio, anche per salutare e sostenere pubblicamente il candidato sindaco del centrosinistra Beppe Sala. E’ stata una giornata intensa: da Corso Garibaldi a Parco Sempione. Poi in Piazza Castello, dove ha incontrato e salutato il candidato Sala accompagnato dal capolista del PD Pierfrancesco Majorino. L’incontro è avvenuto nel bel mezzo della manifestazione delle famiglie Arcobaleno, presenti i protagonisti di quella politica milanese che per i diritti combatte, Beppe Sala compreso. Dopo l’incontro con Sala, Enrico Rossi ha proseguito verso la sede della Casa della Cultura, luogo del dibattito in programma, nonché storico centro del pensiero e della cultura della sinistra milanese, che tra l’altro proprio quest’anno festeggia i suoi settant’anni. Davanti a sostenitori e curiosi, va in scena l’intervista del giornalista del Corriere della Sera Massimo Rebotti all’assessore milanese Pierfrancesco Majorino, al deputato del PD Francesco Laforgia e, ovviamente, al presidente toscano Enrico Rossi. Il tema in discussione è “Sinistra e Partito: nostalgia o voglia di futuro?”.
I temi affrontati? L’alleanza con Verdini, la riforma costituzionale, il referendum. Ma si torna a parlare anche del Governo Monti e delle elezioni politiche del 2013, momento in cui ha toccato l’apice una crisi dei Partiti che si trascinava da tangentopoli, ha attraversato gli ultimi vent’anni di berlusconismo per poi diventare ancora più evidente con le ultime elezioni. Laforgia rivendica la scelta fatta in Parlamento: “Non è stato facile per molti di noi alla prima legislatura, nati politicamente con la discesa in campo di Berlusconi, accettare un Governo con l’allora PDL”. Da allora molto è cambiato, un’era geologica: due governi, due segreterie, il ritorno di Forza Italia, l’affermazione dei 5 stelle. Sempre Laforgia: “Non è stato facile nemmeno votare contro atti del nostro Governo e del nostro Partito, ma l’idea per la quale togliere diritti serva a far avanzare l’economia non sta più in piedi, se mai lo è stata”. Enrico Rossi esprime il suo pensiero chiaramente: “Non cadiamo nella contrapposizione renziani-antirenziani”. E ricorda le scelte fatte, assente Renzi, dal Pd con il Governo Monti? Zero fondi sociali, zero fondi per l’ambiente, la riforma Fornero. E le politiche economiche improntate sul neo-liberismo?. Gli fa eco Majorino: “Bisogna tornare ai fondamentali: il programma, le alleanze. Nel 40% delle europee non c’era Verdini. Renzi torni a fare il renziano”. Ancora Enrico Rossi: “Io sono un militante diligente, ma Bersani era stato eletto per rinnovare il Pd, ora abbiamo Matteo Renzi”. Il suo disegno politico, spiega, finora ha, almeno elettoralmente, retto, ma “vi è la necessità di un bilancio politico del Governo e del Partito, il centrodestra si sta riorganizzando, prima o poi si riprenderà quei voti coi quali noi ci reggiamo e allora avremo perso il nostro popolo a sinistra e la stampella centrista dall’altra parte”. Majorino rincara la dose: “Tutto ciò che sta a sinistra del PD non è il nemico, dobbiamo ripensarci”. Punto di incontro è stato sicuramente la necessità di un investimento sui giovani. Le politiche giovanili sono a quote irrisorie e senza una rinascita oggi non ci sarà un futuro domani. Altro elemento in comune è l’analisi di fondo sul Governo, un po’ meno la lettura di quello che è stato e di ciò che andrebbe fatto. Le varie minoranze PD alternano una forte opposizione a dimostrazioni di condivisibile diligenza alla linea del Partito. Ma quanto di quello che si sta facendo ora è eredità di ciò che si è fatto in passato? Quanti di quelli che allora hanno accettato le politiche del Governo tecnico hanno avuto la lungimiranza o la capacità di rinnovarsi dopo una stagione tanto dolorosa? Le varie minoranze sembrano ancora divise e immobilizzate e in tutto questo, di tutta risposta, il PD chiama Verdini al Nazareno. Sinistra e Partito sono due concetti che ancora possono andare di pari passo, ma ancora di più devono farlo, oggi. Bernie Sanders negli Stati Uniti e Jeremy Corbin in Inghilterra stanno scombussolano le politiche nazionali e fanno il pieno di voti giovanili il primo, e di tessere al Partito Laburista il secondo. I tempi stanno cambiando radicalmente e a questo cambiamento va data una risposta. Il popolo della sinistra vuole delle risposte e la sua classe politica è tenuta a dargliele. Una sintesi tra le diverse anime del Partito è necessaria. “Sono un comunista democratico e mi candido alla Segreteria del PD”, così ha iniziato il suo intervento Enrico Rossi alla Casa della Cultura.
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Nicolò Di Tommasi
Carlo Notarpietro
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Nella foto di copertina: Da destra, Enrico Rossi, Pierfrancesco Majorino e Beppe Sala