Bandiera Rossa

Noi siamo quella razza

Noi semo quella razza di gente perbene, che fa politica per passione e non perché gli conviene. Noi semo quella razza che canta “bandiera rossa” perché impara dalla storia, non la butta nella fossa”. Non vi attardate su You Tube a cercare il grande Carlo Monni che, sulla canna di una bicicletta, recita questi versi in “Berlinguer ti voglio bene”, perché non li troverete. Troverete certamente l’ispirazione e parafrasarlo ci è servito per racchiudere in pochissime parole ciò che crediamo ispiri, o debba ispirare, l’azione politica e i comportamenti di chi ha scelto di aderire, o aderirà, a Art. 1 Democratici e Progressisti.

E’ stato doloroso decidere di abbandonare il PD, molto doloroso, ed è perciò indicatore dello scarso spessore politico di alcuni presunti leader politici additarci come colore che hanno cercato “oggettivamente” di distruggere il PD. Al netto della verità, questa sì oggettiva, che alcuni prestigiosi dirigenti sono stati messi alla porta, senza alcuna particolare eleganza, questo partito ha rischiato e rischia di distruggersi per i suoi limiti politici e programmatici, per le sue ambiguità che il Lingotto, lungi dal risolvere e chiarire, ha amplificato. Nulla sui programmi, nulla sulle alleanze, nulla su che idea di società si intende proporre.
Ebbene, proprio perché noi siamo una razza diversa, non intendiamo più attardarci su ciò che è o non è il Partito Democratico, ma su ciò che siamo e vogliamo essere noi.

Perché noi siamo quella razza che non vuole rieducare Marchionne in qualche campo di lavoro siberiano, ma non riteniamo e non ci arrendiamo all’idea che gli investimenti della FCA (si chiama così ora, caro Matteo) e di altre aziende, debbano essere garantiti da minori diritti del lavoro. Non ci arrendiamo all’idea che si abbiano sedi legali in Olanda e si paghino le tasse in Gran Bretagna. Noi siamo quella razza che ha perso la voce a furia di reclamare la Tobin e la Web tax (sarebbero circa 300 miliardi di euro in tutta Europa e ci sarebbero sì le risorse per politiche di serio contrasto alla povertà). Noi siamo quella razza che ritiene inaccettabile tre gradi di giudizio per contestare una multa per eccesso di velocità e solo due per il diniego di accoglimento della domanda dei richiedenti asilo. Noi siamo quella razza che vuole subito l’abrogazione della Bossi-Fini per sottrarre dal controllo dei caporali e della criminalità organizzata le migliaia di migranti irregolari. Noi siamo quella razza che lo “Ius Soli” deve essere approvato subito senza se e senza ma. Noi siamo quella razza che ritiene che chi ha redditi adeguati, possa permettersi di pagare la tassa sulla prima casa. Noi siamo quella razza che ritiene che i “bonus” studenti e mamme debbano andare a chi ne ha davvero bisogno e non a tutti. Noi siamo quella razza che pensa ad un nuovo welfare universale e pensa che una buona base su cui iniziare a ragionare per tradurlo in un modello nazionale, se non europeo, siano le leggi regionali di Puglia (Governo Vendola, assessore Elena Gentile) e Toscana (Governo Rossi, ca va sans dire). Noi siamo quella razza per cui non basta far parte del PSE per definirsi di “sinistra”, se non ci si dà una nuova anima e un’idea comune di società. Noi siamo quella razza che pensa che le nostre Silicon Valley siano le Università e i ricercatori precari. E se non fossero precari non emigrerebbero nella Silicon Valley. Noi siamo quella razza che ha rispetto assoluto per i credenti, per la Chiesa e per le sue gerarchie e con tutti loro condivide importanti valori. Ma riteniamo che il testamento biologico sia un diritto perché non tutti hanno il dono della Fede.
Noi siamo quella razza che è piena di storia e un trolley non basta a contenerla.
Noi semo quella razza e lo diciamo senza timore, che preferisce sta con i poveri e non con Briatore.

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