
Rossi: “Liberiamo Gabriele, militante globale per i diritti degli ultimi”
Oggi ho parlato con Massimo Del Grande, padre di Gabriele – il giornalista italiano che il 9 aprile scorso è stato fermato in Turchia, al confine con la Siria – e sono in contatto con la Farnesina per seguire gli andamenti della vicenda. Siamo molto preoccupati. Gabriele ha iniziato uno sciopero della fame, perché in questi undici giorni si è visto negare dalle autorità turche i propri diritti.
Questi undici giorni non sono stati privi di eventi in Turchia. Il 16 aprile, infatti, Erdogan ha vinto – con moltissime ombre – il referendum che cambierà radicalmente l’assetto istituzionale della Turchia, che da democrazia del leader unico diventa un’autocrazia. La vicenda di Gabriele è una prova esiziale per quella democrazia, dove ci sono stati migliaia e migliaia di arresti e dove la libertà di espressione e di stampa è sempre più precaria.

Gabriele era in Turchia per raccogliere materiale per il suo nuovo libro sulla guerra in Siria e la nascita dell’ISIS, “Un partigiano mi disse“, che vuole unire geopolitica e racconti delle persone. Era lì per intervistare dei profughi siriani. Era lì per fare il suo lavoro, un lavoro connotato da un temperamento militante, di amore civile e politico per le “vite di scarto“, per dirla con le parole di Papa Francesco.

Proprio per queste vite di scarto Gabriele ha fondato l’osservatorio Fortress Europe, che tiene conto dei migranti morti nel Mediterraneo dal 1988 a oggi. A ogni evento è allegata una fonte affidabile. Mentre “fanno tutti a gara a contare quanti ne sbarcano, pronti a gridare all’invasore“, Fortress Europe prova a rispondere alla domanda “quanti sono quelli che non sono arrivati?“, a rimuovere questi corpi, “seppelliti in fondo al cimitero Mediterraneo“, dall'”oblio delle coscienze“.
Inoltre, Gabriele è uno dei tre registi del film documentario “Io sto con la sposa“, che racconta la storia di cinque profughi palestinesi e siriani, sbarcati a Lampedusa, che per arrivare in Svezia mettono in scena un finto matrimonio coinvolgendo un’amica palestinese e una decina di amici che si fingeranno invitati.
Gabriele è un militante globale per i diritti degli ultimi, mosso dalla volontà di vedere le cose in prima persona. Ed è per chiedere l’immediata liberazione di questo coraggioso cittadino toscano che oggi pomeriggio sono stato in piazza S. Michele a Lucca, alla manifestazione indetta dal sindaco Tambellini. A seguire il video del mio intervento.
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Nella foto di copertina: Gabriele Del Grande